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Immagine del redattoreLaura Pirotta

Diventare genitori: la famiglia verso un nuovo equilibrio!

Inutile girarci intorno, non sarebbe corretto di fronte a voi lettori. La nascita di un bambino è un momento di gioia immensa tanto quanto di incredibile stress per la coppia. Non importa da quanti anni si sta insieme, perché ogni coppia, di fronte alla nascita di un figlio, specie se il primo, perde un equilibrio che aveva conquistato, magari con tanta fatica, nel corso degli anni.


Lo stress, in questo caso, viene spesso celato dall’immensa gioia e soddisfazione che la nascita della propria creatura porta con sé ma, superati i primi entusiasmi (specie in ospedale dove sembra che si stia toccando il cielo con un dito), ecco la realtà. Una realtà bella tanto quanto dura che implica cambiamenti di ruoli, di ritmi e di affetti. Il bambino arriva come un uragano e pretende, come è giusto che sia, di avere una mamma e un papà che, prima, erano soltanto marito e moglie. Adesso i ruoli sono duplici: la donna deve fare da moglie per l’uomo e da mamma per il neonato, e l’uomo deve fare da marito per la donna e da papà per il neonato. Non è, quindi, più una diade, ma una triade con equilibri e dinamiche molto diverse. Non so se nella vostra esperienza vi è capitato di creare una diade (tra voi e un’amica, per esempio) e di creare una triade (tra voi e due amiche). Quale delle due situazioni è più difficile e può portare a fraintendimenti e incomprensioni? Sicuramente la triade, dove in gioco ci sono ben 4 dinamiche.


Supponiamo che i protagonisti siano x, y, z. Troviamo:

  • La dinamica tra x e y

  • La dinamica tra x e z

  • La dinamica tra y e z

  • La dinamica tra x, y e z


Nella diade, invece, la dinamica è solo 1: la relazione tra x e y che è bidirezionale.

Quindi, concretizzando tutto nella dinamica della coppia e della famiglia, la coppia marito-moglie è un sistema diadico composto da due elementi in relazione tra loro. L’arrivo di un bambino costringe la coppia a trovare spazio per un terzo elemento che porta, così, alla nascita di un sistema triadico composto da mamma, papà e bambino. Ecco che l’equilibrio della coppia deve inevitabilmente modificarsi per includere il nuovo arrivato. Attenzione, però. Questo non vuol dire ammazzare la diade marito-moglie, come spesso accade. I due sistemi, infatti, non si escludono a vicenda, anzi. Essi dovrebbero coesistere consentendo alla coppia marito-moglie di vivere la loro diade e, allo stesso tempo, sperimentare il nuovo ruolo di coppia genitoriale nel sistema triade. E’ assolutamente normale che, inizialmente, la novità e le esigenze del neonato portino la coppia, soprattutto la madre, a focalizzarsi maggiormente sul nuovo arrivato piuttosto che sulla relazione matrimoniale. Ciò, però, non deve diventare una costante della vita famigliare. Non è un caso che, proprio dopo la nascita del primo figlio, si riscontra una fra le più alte percentuali di crisi coniugali.


Ma sarà poi così stressante essere genitori? Possiamo suddividere lo stress dell’arrivo di un bambino in tre forme:


1. Lo stress fisico: le esigenze del bambino stravolgono i ritmi della coppia come anche il ciclo sonno-veglia (della madre sicuramente). Non c’è più un sonno continuato, un sonno ristoratore di 7-8 ore. Ci sono tante interruzioni che, volente o nolente, provocano uno stress fisico di non poco conto sia per la madre che, di solito, rimane a casa in maternità ad accudire il piccolo, sia per il padre che, in genere, ogni mattina si deve alzare per andare al lavoro. Inoltre, in molte donne (circa il 70% dei casi), subito dopo il parto, si possono rilevare cambiamenti di umore, malinconia e irritabilità, sintomi che non aiutano sicuramente ad affrontare i primi momenti insieme al nascituro.


2. Investimento emotivo: il nuovo arrivato rappresenta una gioia immensa per una famiglia ma, allo stesso tempo, implica un investimento emotivo di non poco conto, specie perché, generalmente, quando si torna a casa dall’ospedale, si realizza concretamente che il neonato è completamente dipendente dai genitori e ha, quindi, bisogno di cure costanti, mirate e, soprattutto, corrette. Perché corrette? Perché molti genitori si spaventano proprio di non essere all’altezza della situazione e, in particolar modo, di non sopperire a tutte le esigenze del bambino. “E se non riusciamo a capire di cosa ha bisogno?”, “E se con le nostre azioni lo mettiamo in pericolo o lo facciamo stare male?”. Queste sono alcune domande tipiche di coppie che affrontano l’esperienza genitoriale per la prima volta.


3. Meno tempo per noi: questo punto è inevitabile e provoca, sicuramente, uno scossone interno alla coppia che può anche portare a crepe irreparabili. Il cambiamento della vita di coppia e della vita della singola persona, sia per quanto riguarda il lavoro che il tempo libero, sono infatti prevedibili sin dal periodo di gestazione. La coppia deve riequilibrare i propri impegni, lavorativi e personali, sulla base del nuovo arrivato che richiede tempo ed energie che, precedentemente, venivano dedicate ad altro. Anche l’intimità tra i partner può essere compromessa o venire, addirittura, interrotta, vuoi perché non si ha tempo, vuoi perché ci si sente troppo stanchi.

Il risultato di queste tre crisi (fisica, emotiva, di tempo) può provocare delle tensioni nella vita coniugale perché, come abbiamo detto, la coppia deve riassestarsi, non solo nel sistema diade, ma anche in quello triade. Ovviamente ogni caso è a sé e molto dipende anche dal temperamento del bambino (c’è una bella differenza tra un bambino angelico e un bambino irrequieto) e le eventuali problematiche come, ad esempio, malattie o menomazioni che aumentano il carico di stress e allontanano, spesso, ancora di più i partner l’uno dall’altro.

Ci sono anche molti fattori che influiscono positivamente sul passaggio alla genitorialità come la maturità di entrambe i genitori, il supporto di parenti e amici e il livello di soddisfazione coniugale.

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