La depressione post-partum: cos'è e come curarla?
Il parto rappresenta, per una donna, quel momento di separazione fisica dal proprio bambino che, per nove lunghi mesi, ha vissuto dentro la sua pancia in simbiosi totale. Il bambino assume una sua propria identità che viene nettamente separata dalla madre anche se, per diverso tempo, sarà comunque dipendente dalle sue cure o da chi ne fa le veci. Simbolicamente, il taglio del cordone ombelicale rappresenta proprio questa separazione che, però, non deve essere vissuta con connotati negativi (come spesso la parola suggerisce) ma come l’inizio di un nuovo viaggio insieme, ognuno con la propria identità. Alcune donne possono vivere questo momento di separazione con ansia e, talvolta, angoscia. Indicativamente, quasi il 70% delle donne, subito dopo il parto, possono sperimentare cambiamenti di umore, malinconia e irritabilità.
Generalmente si tratta di manifestazioni passeggere, spesso legate alla stanchezza del momento. Nel 15-20% dei casi (1-2 mamme ogni 1.000), questi tratti diventano persistenti e si parla, in tal caso, di depressione post-partum.
La depressione post-partum ha gli stessi segni clinici della depressione con: senso di impotenza, apatia, ansia, irritabilità, cambiamento di umore, problemi del sonno. I sintomi possono scomparire entro le prime 6-8 settimane, mentre, in alcuni casi, persistono anche oltre l’anno.
Esistono dei fattori che incidono su questo tipo di problematica:
La giovane età della madre (le donne al di sotto dei 25 anni sono più predisposte)
Le donne che subiscono abusi e violenze da parte del partner
Un basso reddito
Una gravidanza non pianificata
Non avere un partner che possa sostenere la mamma nei momenti di stanchezza e difficoltà Eventuali cambiamenti drastici della vita della mamma (ad esempio un lutto improvviso di una persona cara o la perdita del lavoro)
La causa scatenante in sé della depressione post- partum è, però, ancora un mistero. Si pensa che, ad incidere notevolmente nell’insorgenza di questa problematica, sia il cambiamento ormonale che avviene dopo il parto. Questa ipotesi stride con lo studio condotto da Murdoch Children's Research Institute di Melbourne[1] che ha rilevato che il picco massimo della depressione materna non è, come si pensa, nei primi mesi di vita del bambino, ma si registra 4 anni dopo la nascita. Secondo questo studio, è come se la salute mentale della donna peggiori nel corso degli anni e con il crescere del bambino.
Quali sono le conseguenze sul bambino? Il bambino come vive la depressione post-partum della madre? Tutto dipende dai sintomi e dai segni che la madre manifesta di fronte al bambino stesso. In generale, si è riscontrato che i neonati che hanno avuto madri con una depressione, anche durata pochi mesi, hanno poi, nel corso dello sviluppo (solitamente nel secondo anno di vita), manifestato problemi comportamentali e relazioni insicure con la madre. Gli stessi bambini, intorno ai 5 anni di età, erano più tendenti ad evitare attività creative, anche se le relazioni con i compagni e gli insegnanti erano nella norma. Sono maggiormente i bimbi maschi, rispetto alle femmine, ad essere vulnerabili e a soffrire di stress fisici e psicologici (anche quelli legati ad una mamma depressa).
Recentemente, uno studio condotto dall'Università di Cambridge[2] su un campione di 14.000 mamme ha rilevato che l'allattamento al seno dimezza la probabilità che la mamma sviluppi uno stato depressivo. Il motivo di questa correlazione è sia psicologico che fisiologico. Psicologico perché la mamma che allatta al seno sviluppa un legame profondo con il bambino e si sente soddisfatta e appagata nel sopperire naturalmente ai suoi bisogni. Fisiologico perché la produzione di latte nella mamma stimola i cosiddetti "ormoni del buon umore" con un conseguente miglioramento del tono dell'umore e una diminuzione importante dello stress. Le mamme che, invece, non riescono ad allattare al seno o non vogliono farlo, possono sperimentare vissuti di fallimento o una vera e propria "sindrome della cattiva madre" con sensi di colpa talvolta talmente forti da aumentare il rischio di depressione.
Consiglio #1: prenditi cura di te, mamma!
Dopo il parto, una neomamma è particolarmente provata e ha bisogno di tempo per riprendere le energie perse. Ma come fare se sono proprio i primi 40 giorni di puerperio quelli più difficili? La cosa importante è che la neomamma non si annulli completamente per vivere solo ed esclusivamente del proprio bambino e delle sue esigenze. Quello che consiglio alle neomamme è di prendersi un po' di spazio per se stesse e per fare ciò che si vuole. Lo si può fare mentre il bambino dorme oppure si può chiedere al papà o ai nonni di tenere il proprio bambino per qualche ora. Se stai allattando al seno avrai meno margine di manovra ma ciò non ti vieta di andare dal parrucchiere o dall'estetista, oppure di farti una passeggiata o un aperitivo con un'amica. Non c'è nulla di cui sentirsi in colpa, anzi. Più ti rigeneri e più sarai serene e rilassate quando tornerai dal tuo bambino.
Consiglio #2: Il supporto di un esperto di fiducia
Una neomamma, soprattutto se primipara, ha mille domande e interrogativi sul proprio bambino. E' normale che abbia queste macchiette sulla pelle? Sarà il pannolino giusto? Mangerà abbastanza? Alzi la mano quale neomamma non si sia mai posta tutte queste domande. E' assolutamente normale e, ahimè, è comune ricevere le risposte più svariate allo stesso interrogativo. Talvolta queste domande si contraddicono a vicenda. Per esempio, c'è chi dice che ad ogni poppata bisogna offrire al bambino entrambi i seni e c'è chi, invece, perora la causa dello svuotamento completo di un solo seno per poppata. Non stupisce che poi le neomamme si ritrovino nel totale disorientamento tra pareri spesso non unanimi delle stesse ostetriche e puericultrici e i consigli di mamma, sorella e suocera.
Ciò che è importante è che tu riesca a trovare un punto di riferimento e di fiducia a cui porre tutte le domande e le paure che hai giorno per giorno. L'ideale è trovare un'ostetrica e un pediatra di fiducia a cui appoggiarsi sin dai primi giorni di vita del bambino. Una volta individuati gli esperti a cui fare riferimento, ti potrai far supportare per ogni dubbio o quesito cercando, quindi, di seguire i consigli di tali esperti. Se credi nella bravura di questi esperti allora non ti importerà che qualcun altro ti dica di fare l'esatto opposto.
[1] Fonte: APA citation: Maternal depression up at four years postpartum (2015, February 2) retrieved 11 February 2015 from http://medicalxpress.com/news/2015-02-maternal-depression-years-postpartum.html [2] APA citation: Breastfeeding linked to lower risk of postnatal depression (2014, August 20) retrieved 11 February 2015 from http://medicalxpress.com/news/2014-08-breastfeeding-linked-postnatal-depression.html
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