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  • Immagine del redattoreLaura Pirotta

Impara ad accettare la tristezza per valorizzare la felicità

Diversi filosofi hanno riflettuto sul principio delle cose e molti di loro sono giunti alla conclusione che il mondo esiste grazie ai suoi contrari. Per Anassimandro, per esempio, il bene non poteva esistere senza il male. Infatti, è proprio grazie all’esistenza del male che si può conoscere, capire e apprezzare il bene. Così avviene anche con la tristezza il cui contrario è la felicità.


È grazie alla tristezza che si può apprezzare la felicità e quest’ultima esiste proprio perché esiste il suo contrario.

Nella nostra società, però, è molto comune voler cancellare o soffocare la tristezza andando alla ricerca spasmodica della felicità. Accade anche nell’educazione dei bambini. Talvolta vedo genitori prodigarsi per fare in modo che il proprio figlio sia sempre felice e non provi mai momenti di tristezza. E se lo vedono triste, lo sgridano oppure negano l’evidenza sminuendo l’emozione che sta provando il figlio o connotandola in modo diverso. Questo non fa altro che posticipare il problema perché, nella vita, così come esistono momenti di felicità, esistono (per la logica dei contrari) anche momenti di tristezza.


Quando ti capita di essere triste, vivi a pieno questa sensazione, accettandola e convivendoci senza combatterla.

Se questa tristezza è dovuta ad un lutto o ad un problema che stai affrontando o che è successo, immergiti nella tristezza, accetta che possano esistere dei momenti e delle motivazioni per cui sei triste e datti il tempo per poter uscire da questo stato.


Vedrai che, se la accetti e non la combatti, la tristezza andrà via molto più velocemente e ritornerà il sole.

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