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Immagine del redattoreLaura Pirotta

Il bambino e il suo materiale genetico

Ognuno di noi ha un proprio materiale genetico, una combinazione unica e irripetibile. E' la nostra combinazione, di nessun altro. Questa combinazione nasce dall’unione dell’uovo femminile e dello spermatozoo maschile che danno, così, forma alla vita umana. Ma che cos’è esattamente il materiale genetico? Da cosa è composto? Cerchiamo di vedere insieme, in modo semplice e per punti, che cosa si intende per questa combinazione unica e irripetibile.


  • Ogni cellula contiene una serie identica di 46 cromosomi[1] che possono essere definiti come delle strutture fatte a coppie di “bastoncini”, un bastoncino composto da materiale trasmesso per via materna e un bastoncino composto da materiale trasmesso per via paterna;

  • I geni sono segmenti di cromosomi e sono composti da DNA;

  • Le caratteristiche di una persona (compresi i processi evolutivi, come imparare a camminare o l’inizio della pubertà) sono collegati a uno o più geni. Per esempio, il colore degli occhi è collegato ad un solo gene mentre l’intelligenza è collegata a più di 150 geni differenti;

  • Alcuni geni sono comuni a tutti gli esseri umani (come, per esempio, avere due braccia e due gambe oppure lo sviluppo sessuale, motorio e linguistico). Altri geni si riferiscono a caratteristiche peculiari di ciascuna persona.


Quale peso dare ai geni nello sviluppo del bambino? E’ una domanda di non semplice risposta soprattutto perché, in psicologia, si sono alternate diverse teorie che, come spesso accade, hanno visioni e prospettive diametralmente opposte. Le teorie innatiste, per esempio, sostengono che tutto è già scritto nei geni e che, quindi, sono i geni a delineare il quadro completo dello sviluppo di una persona, da bambino ad adulto.


Al contrario, le teorie ambientaliste sostengono che sia il contesto di accudimento a determinare lo sviluppo e non i geni. Come potete notare le due teorie sono agli antipodi e hanno, in seguito, lasciato spazio ad una teoria di compromesso che ritiene riduttive le due polarità. L’approccio che, infatti, è ritenuto più accettabile è quello che, sia i geni che l’ambiente, svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di una persona e si influenzano reciprocamente in un continuo intreccio di stimoli. Infatti, la variabilità individuale non è mai spiegata solo dai geni o solo dall’ambiente, come dimostrano chiaramente gli studi sui gemelli separati alla nascita o sui bambini adottati. I geni fanno la loro parte, tanto quanto l’ambiente.


Per vostra curiosità, ecco qui di seguito alcune caratteristiche psicologiche per le quali è stata riscontrata l’influenza genetica nella loro insorgenza (ricordandosi, però, anche dell’influenza ambientale che, come abbiamo detto, è inscindibile dall’espressione genica):

  • Intelligenza

  • Abilità linguistica

  • Competenza alfabetica (leggere, scrivere)

  • Dislessia

  • Abilità spaziale

  • Disordine della personalità antisociale

  • Aggressività

  • Assunzione di rischi

  • Estroversione

  • Schizofrenia

  • Autismo

  • Iperattività

[1] Ad eccezione delle cellule sessuali, che contengono 23 cromosomi

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