top of page
  • Immagine del redattoreLaura Pirotta

Menopausa: significato psicosomatico

La menopausa è una fase della vita della donna caratterizzata dalla fine del ciclo mestruale, che si colloca mediamente tra i 48 e i 55 anni. Si tratta di un passaggio del tutto naturale e non patologico che porta con sé una ristrutturazione importante del quadro ormonale, fisico, psichico, emotivo e sociale. Il processo che precede la definitiva interruzione della fase fertile è lento, graduale, può durare dai 5 ai 10 anni ed è definito climaterio. Questa fase è caratterizzata da notevoli alterazioni sia della periodicità che della quantità di flusso mestruale che tende lentamente a perdere intensità in concomitanza con la variazione degli ormoni sessuali, estrogeni e progesterone, prodotti dalle ovaie che tendono a rimpicciolirsi fino a diventare atrofiche. Il calo di livelli di estrogeno è responsabile delle variazioni fisiche e psichiche e spesso determinano quelli che vengono definiti i “disturbi della menopausa”. È bene sottolineare che in questo ambito si riscontra un ampio margine di soggettività, con un ventaglio di variabilità che oscilla dalla totale assenza di sintomi fino ad arrivare a disturbi molto fastidiosi come vampate di calore e sudorazione, tachicardia, ansia, depressione, sonno irregolare e conseguente sensazione di spossatezza diurna, scarsa concentrazione, calo del desiderio sessuale e aumento di peso.


La lettura psicosomatica della menopausa deve tener conto della specularità di questo processo con quello della pubertà, entrambi trainati dal sistema endocrino, e che comporta, in entrambe i casi, profonde modifiche fisiche, psichiche ed emotive e che richiede una fase di riassunzione della propria identità, ridefinita da un terremoto ormonale. Ogni fase della vita comporta un’acquisizione e una perdita. Nel caso della pubertà è la perdita del mondo dell’infanzia e l’acquisizione dell’identità adulta. Nel caso della menopausa è la perdita della fertilità, con tutto il mondo simbolico ad esso collegato, e l’acquisizione della fase della saggezza caratterizzata da altri riferimenti fisici e psichici. Questa importante trasformazione porta con sé una sintomatologia strutturale, determinata soprattutto dalle oscillazioni degli estrogeni, tuttavia si tratta di una fase transitoria destinata ad assestarsi. Quando invece i sintomi perdurano, o ne emerge qualcuno in modo preponderante, è bene cercare di comprenderlo perché potrebbe essere il portavoce di qualche frammento irrisolto delle fasi precedenti della vita.


Ad esempio, il calo del desiderio sessuale può essere collegato ad una femminilità esteriore e legata a canoni fisici che si stanno scardinando con l’insorgere dell’età matura. Le vampate di calore possono essere ricondotte al fuoco della passione che non trova più la sua naturale via d’espressione. La tachicardia può indicare una forte valenza emotiva legata a questa fase di passaggio che ingabbia una quota energetica che sta cercando un nuovo modo di essere incanalata. L’ansia può essere naturalmente associata alle fasi di transizione che portano in territori sconosciuti e incerti, mentre la depressione ha a che fare con la percezione di un evento luttuoso che riguarda una parte di sé, che si fatica ad elaborare.


Nell’immaginario collettivo la menopausa segna l’inizio del periodo della vecchiaia, intesa come fase di declino e di lento decomponimento identitario. Ma bisogna tener conto anche del lato acquisitivo che consiste nell’ingresso nella fase della saggezza, dove il vissuto, l’esperienza e l’aver cavalcato tutte le fasi della vita dà la possibilità di mettersi in posizione di guida e di cura nei confronti del femminile acerbo.


Così come avviene per i disturbi e le crisi della pubertà, anche la sintomatologia legata alla menopausa ha sicuramente una componente biologica, ma anche e soprattutto, una componente culturale che può amplificare il fisiologico disturbo transitorio, cronicizzandolo.


A livello simbolico i disturbi della menopausa sono collegati ad una visione catastrofica dell’invecchiamento e che, pertanto, genera timore e repulsione. La paura di invecchiare è a sua volta metafora della paura di non essere più attraenti e quindi di perdere il partner proprio in un momento in cui i figli sono cresciuti e non hanno più bisogno di noi. In estrema sintesi il nucleo della paura legato alla menopausa consiste nel timore di perdere quel potere che il femminile, in fase fertile, ci aveva conferito e che adesso ci lascia disarmate.


Per attraversare al meglio questa delicata fase e arrivare all’essenza della fase successiva è utile sondare la nostra interiorità chiedendoci:


Ho paura di invecchiare?

Temo di non essere più attraente?

Ho la sensazione di non avere più un ruolo come donna?

Non essere più biologicamente fertile rappresenta una menomazione?


È importante familiarizzare con questa fase di passaggio che Simone de Beauvoir ha definito “terzo sesso”, inteso come l’acquisizione dell’identità femminile slegata dal ruolo biologico ciclico e riproduttivo. La medicina cinese attribuisce alla menopausa il nome di “seconda primavera”, e cioè una rinascita che consente al femminile di riappropriarsi di quella quota energetica un tempo riservata alla sfera riproduttiva.


Se soffri di disturbi della menopausa, non dimenticare di preoccuparti anche delle emozioni e del tuo benessere psicologico, tenendo in considerazione l’eventualità di effettuare un percorso psicologico per meglio gestire la problematica e migliorare il tuo benessere.


Per prenotare una seduta con la Dott.ssa Pirotta o con un altro professionista della sua equipe compila il form nella sezione "contatti".

959 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page