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  • Immagine del redattoreLaura Pirotta

Acufene: significato psicosomatico

L'acufene è la percezione di un rumore, solitamente un ronzio, un fischio, un fruscio, avvertito nelle orecchie o nella testa in assenza di uno stimolo acustico esterno. Il suono può essere debole o forte, continuo o intermittente, e può essere percepito da un orecchio (acufene unilaterale) oppure da entrambe le orecchie (acufene bilaterale).


Le cause che portano alla comparsa dell’acufene sono sconosciute nella maggior parte dei pazienti. Si ipotizza che il gruppo di cellule nervose o neuroni, che di norma regolano i segnali di rumore e di dolore, possano alterarsi sviluppando una percezione cronica di queste sensazioni.


Le aree del cervello responsabili di questi sibili e ronzii sono il nucleo accumbens e numerose altre zone tra cui la corteccia prefrontale ventro-mediale e la corteccia cingolata anteriore. Quando questo sistema viene compromesso, l’acufene fa la sua comparsa.


Esistono poi fattori di rischio non genetici che causano l’insorgenza dell’acufene:

  • l’età è un fattore di rischio determinante: negli anziani, in cui più frequentemente si verifica una perdita dell’udito, può fare la comparsa l’acufene;

  • fattori di rischio che riguardano esposizioni ambientali, come ad esempio l’esposizione al rumore: questo pone a rischio anche alcune categorie di lavoratori come lavoratori edili, musicisti e soldati;

  • stili di vita che potrebbero avere un impatto, come ad esempio il fumo di sigarette, il consumo di alcolici, l’obesità e l’alimentazione, anche se sono ancora poche le evidenze scientifiche a sostegno di questi aspetti;

  • l'uso di alcuni farmaci tossici per l'orecchio che possono contribuire all’insorgenza di acufeni o addirittura al loro peggioramento.

Spesso il tutto si complica per il sopraggiungere di ansia e depressione, anch’esse modulate dal nucleo accumbens. Senza contare lo stress, un altro fattore spesso coinvolto e difficile da controllare.


Gli acufeni che insorgono in un periodo di caos esistenziale indicano la necessità di ascoltare la parte profonda di sé stessi. Invece, se essi insorgono in un periodo di apparente benessere, indicano il desiderio di evitare l’incontro con il silenzio interiore che potrebbe rivelarci una verità scomoda. Se i controlli escludono patologie organiche, allora le cause principali sono ansia, stress e depressione. Proprio per il significato psicosomatico qui sopra esposto, è consigliato prendersi del tempo per stare da soli, possibilmente a contatto con la natura.


Le domande da porsi per le persone che soffrono di acufeni, dopo aver escluso eventuali patologie organiche e appurato che si tratta di un disturbo psicosomatico, sono le seguenti:


· Mi rifiuto di prestare ascolto alla sofferenza?

· Non voglio accertare scomode verità?

· Mi rifiuto di accettare di essere stanco o stressato?

· Ascolto davvero la mia voce interiore?

· Cosa mi sta dicendo in questo periodo la mia voce interiore?


A causa della natura soggettiva del disturbo, della conoscenza limitata dei processi fisiologici che causano o sono associati alla malattia e a causa della molteplicità dei fattori di rischio, oggi non esiste ancora una classificazione uniforme dell’acufene.

Poiché l’acufene è un disturbo molto complesso ed eterogeneo le cui origini sono diverse da paziente a paziente, ad oggi non esiste una terapia efficace che sia in grado di curare tutti i tipi di acufene.


Le principali tecniche che vengono utilizzare per curare l’acufene sono:

  • terapie cognitivo-comportamentali, chiamate anche Cognitive Behavioural Therapy (CBT), che hanno l'obiettivo di insegnare al paziente come adattarsi e come gestire attivamente il proprio disturbo. In questo tipo di terapia possono essere proposte sedute di psicoeducazione, tecniche di rilassamento, terapie mindfulness, training con immagini, tecniche di controllo dell'attenzione.

Alcuni risultati clinici, che prevedevano l'utilizzo di terapie cognitivo-comportamentali, hanno evidenziato un miglioramento della qualità della vita e una diminuzione del grado di depressione. Ci sono poi trattamenti psicologici, ipnosi, e psicoterapia che hanno come obiettivo quello di aiutare il paziente affetto da acufene a far sì che si riesca ad attenuare la percezione cosciente del sintomo, favorendo una migliore tollerabilità e accettazione del disturbo e riducendo stress e stati ansiosi;

  • la Tinnitus Retraining Therapy (TRT) è un modello riabilitativo che ha come primo obiettivo quello di abituare il paziente ai sintomi dell'acufene e di insegnargli a considerare gli acufeni come "stimoli neutri". Una componente della TRT è la terapia del suono: grazie a generatori di rumore indossabili, come cuscini sonori, sveglie sonore o mascheratori ambientali di vario genere e riproduttori di segnali registrati si cerca di “camuffare” l’acufene. Nonostante diversi studi abbiano evidenziato l'efficacia di questo trattamento, non si hanno ancora evidenze scientifiche solide;

  • impianto di apparecchi acustici: in pazienti affetti da acufene e perdita dell’udito, l'impianto di apparecchi acustici permette di compensare il deficit uditivo. Alcuni studi osservazionali hanno mostrato come solo pazienti affetti da acufene a basse frequenze riescano però a trarre beneficio dagli apparecchi acustici. Inoltre, al momento non si ha ancora un’evidenza scientifica consolidata che questi apparecchi portino un beneficio duraturo nel trattamento dell'acufene;

  • impianto di apparecchi cocleari: l'80% dei pazienti affetti da perdita dell'udito ad entrambe le orecchie sono affetti anche da acufene. Nei pazienti in cui non si riesce ad ottenere il risultato sperato mediante gli apparecchi acustici, si ricorre agli impianti cocleari, ovvero orecchie artificiali elettroniche capaci di ripristinare l’udito in persone del tutto sorde. L'impianto di apparecchi cocleari migliora o elimina l'acufene nella grande maggioranza dei casi, ma la validità di questo trattamento sussiste, purtroppo, solo per questo specifico gruppo di pazienti.

Se dunque soffri di acufeni (o hai dei familiari che combattono con questa situazione), non dimenticare di preoccuparti anche delle emozioni e del tuo benessere psicologico, tenendo in considerazione l’eventualità di effettuare un percorso psicologico per meglio gestire la problematica e accelerarne il processo di guarigione.


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